Autore: Luca Scarantino

  • Pericolo dolce!

    Un recente studio italiano pubblicato sulla rivista scientifica Journal of Hepatology denuncia l’estrema pericolosità dello zucchero, in particolare del fruttosio, per il fegato dei bambini e dei ragazzi. Seppur condotto su individui con fegato già compromesso dalla steatosi (fegato grasso), il risultato di questa ricerca pediatrica non può sfuggire all’attenzione dei soggetti sani che possono sempre ammalarsi: l’abuso sistematico di fruttosio aggiunto a cibi e bevande risulta simile agli effetti nocivi dall’alcol. Ogni grammo in eccesso rispetto ai 25 g che corrispondono la fabbisogno giornaliero infantile, aumenta di una volta e mezza il rischio di sviluppare patologie epatiche gravi.

    Il fruttosio di cui si parla non è quello naturalmente presente nei cibi (frutta, verdura, miele, ecc.) ma quello aggiunto nella preparazione di bevande, marmellate, succhi di frutta, merendine, caramelle, yogurt, cereali da colazione, ketchup, ecc. Nonostante l’apparenza, si tratta di due tipi di fruttosio diversi. Attenzione quindi ai prodotti apparentemente innocui che rientrano nelle abitudini alimentari quotidiane dei nostri ragazzi perché è molto facile oltrepassare la dose consigliata.

  • Ma devo proprio mangiarla??

    I bambini non amano le verdure? Un recente esperimento conferma che l’uso quotidiano può davvero migliorarne il gradimento. Se l’hanno verificato i ricercatori con il cavolfiore, un ortaggio non certo semplice da far accettare, c’è buona speranza per altre verdure. Coraggio genitori, non tutto è perduto… A meno che il proprio figlio non faccia parte di uno sparuto numero di persone con le papille gustative particolari. In ogni caso, tentar con convinzione e perseveranza non nuoce!

  • Dall’India arriverà il riso a basso Indice Glicemico

    Buone notizie per gli amanti del riso. L’autorevole rivista indiana Hindustan Times riporta una notizia che se verrà confermata segnerà una svolta nell’alimentazione per quelle popolazioni, soprattutto asiatiche, che fanno del riso un pilastro del proprio sostentamento. Ma non solo: anche per i diabetici di tutto il mondo ed in generale per le persone che hanno a cuore il controllo insulinico (calma insulinemica).

    Secondo la rivista, infatti, un team di ricercatori della Indira Gandhi Agriculture University, guidato dal Professor Girish Chandel del Dipartimento Piante e Biotecnologia Molecolare, ha identificato una varietà di riso a basso indice glicemico che già nel prossimo anno dovrebbe essere commercializzato. Il Professor Chandel ha spiegato che la sua equipe è riuscita a ottenere la qualità di riso a basso IG da una varietà molto nota e molto diffusa in India, il riso Chapati Gurmatiya. A livello di gusto e sapore, questa nuova qualità di riso è del tutto identica a quella originaria, con il grande vantaggio di stimolare in misura minore l’insulina, grazie a un valore di IG che è stato calcolato pari a 55. Per questa ragione è stato momentaneamente battezzato “Chapati 55”.

    Se la Commissione Nazionale dell’Agricoltura rilascerà il permesso, le nuove varietà di semi verranno distribuite ai contadini per la semina, e il riso sarà pronto per la commercializzazione il prossimo anno. L’università attualmente sta già cercando uno o più partner per la fase di commercializzazione.

    Commento di Gigliola Braga

    Gran bella notizia per un Paese che è al 2° posto nel mondo per l’incidenza del diabete (al 1° posto c’è la Cina e al 3° gli Stati Uniti). Questo importante annuncio mi fa ricordare il mio incontro nel 2009 all’Università di Sydney con Jenny Brand Miller (una delle maggiori autorità nella ricerca dell’IG) che nel suo studio mi parlò di un progetto che stava sviluppando proprio con l’India per la messa a punto di un tipo di riso a basso indice glicemico. Evidentemente queste ricerche hanno portato a un ottimo risultato!

    Introdurre nella coltivazione questo riso basterà all’India per invertire il suo pericoloso trend? Non è detto, ma sicuramente migliorerà il carico glicemico di un loro tipico pasto e questo non può che fare bene alla popolazione.

  • A-come Abitudine

    Ti sei mai chiesto/a quante abitudini hai? Non provare a contarle…la risposta è “tantissime!”, e questo vale non soltanto per te ma per qualsiasi persona. Le abitudini di per se non sono ne’ buone ne’ cattive, ma possono diventare utili o dannose. Pensa al momento nel quale ti metti al volante della tua auto. Magari stai pensando ai fatti tuoi…e come per magia dopo qualche minuto ti ritrovi a destinazione, senza praticamente esseretene accorto/a. Come è possibile? Perchè sei “abituato/a” a guidare e hai inserito una specie di “pilota automatico” che ti ha fatto risparmiare un sacco di energie. Pensa se ogni volta che sali in macchina fossi costretto/a a riflettere e ragionare su ogni singola operazione di guida! Ecco, questo è l’esempio di un’abitudine buona, che ci semplifica la vita. Anche lavarsi i denti automaticamente dopo ogni pasto è una buona abitudine.

    Ora pensa però a quante abitudini hai che non sono proprio così buone…magari proprio nel campo alimentare e pensa da quanto vanno avanti, quanto tempo hanno avuto per sedimentare e diventare per così dire “croniche“.

    Come fare allora per eliminare una cattiva abitudine e sostituirla con una buona? Il primo passo è innanzitutto quello di riconoscerla. Prenderne coscienza è fondamentale per poterla soppiantare. Un’abitudine di fatto è un “solco neurale” che si è creato nel nostro cervello, proprio come succedeva quando i dischi in vinile venivano incisi. Quello di cui abbiamo bisogno è di riscrivere il solco, incidendone uno più profondo. Alcune persone hanno le risorse per riuscirci da sole, altre hanno bisogno di aiuto e talvolta essere affiancati da un coach può rivelarsi la scelta vincente.

  • Ma cosa credi??

    Credenze, opinioni, convinzioni…tutti noi le abbiamo e giocano un ruolo fondamentale nella nostra vita. Pensiamo ad esempio a quante volte  nella giornata decidiamo di fare o non fare qualcosa: ciò che crediamo essere giusto o sbagliato per noi influenza la nostra scelta in modo determinante. Prendiamo ad esempio una questione attuale e purtroppo drammatica: l’emergenza immigrati in Europa. Pensiamo in questo caso quanto le convinzioni dei cittadini europei possano essere discordanti a riguardo e quanto queste possano impattare sul destino dei profughi.

    Non ci sono credenze giuste o sbagliate in assoluto. Esistono invece credenze che ci “danno benzina”  rispetto a certi traguardi che vorremmo raggiungere e altre, al contrario, che ci frenano.

    Anche per il cibo succede la stessa cosa. Anzi, qui le credenze e le convinzioni sono spesso vissute in modo molto assolutistico. Se ad esempio sono convinto che non riuscirò mai a dimagrire perché:

    • sono di costituzione “grossa”;
    • ho il metabolismo “lento”;
    • è una questione genetica;
    • ma come si fa, con tutte queste tentazioni…
    • in famiglia non mi aiutano
    • sinora tutte le diete fatte non sono servite
    • ecc ecc

    allora molto difficilmente riuscirò nel mio intento, per quanto valida sia la dieta o lo stile alimentare che mi approccio a seguire.

    E’ proprio così: da una parte c’è il mio bel traguardo, che mi stimola e mi motiva; dall’altra parte ci sono tutte le mie credenze e convinzioni che “remano” nella direzione contraria. Chi vincerà il duello? Il bellissimo traguardo desiderato, ma solo immaginato e pregustato , oppure l’avranno vinta una serie di convinzioni che si sono radicate in noi nel corso di una vita? Spesso, purtroppo, la risposta è scontata.

    E allora, non c’è forse via di uscita? Certo che c’è! E’ necessario, innanzitutto, prendere piena coscienza delle proprie credenze che potrebbero in qualche modo frenare, se non stoppare del tutto, il percorso. Un buon lavoro su se stessi, quindi, è un ottimo punto di partenza per intraprendere una dieta o un regime alimentare e seguirlo con successo in modo duraturo.

  • PERDERE PESO: così ha senso?

    Quante volte hai sentito parlare di persone desiderose di perdere peso che, sull’onda emotiva di qualche improbabile quanto avventato slogan tipo “appiattisci pancia o brucia grassi”, dopo mesi di fatica e di privazioni, hanno ceduto, recuperando con gli interessi i chili persi?

    Questo avviene perché all’inizio si è carichi di entusiasmo, si parte a “bomba” e le rinunce non persano più di tanto…ma poi spesso la dieta per “perdere peso” viene percepita come un periodo forzato di alimentazione ristretta  o fortemente condizionata e – inevitabilmente – malgrado i buoni propositi iniziali, si crolla. Proprio così. I giorni passano e nella testa risuona sempre più insistente il mantra “perdere peso, perdere peso, perdere peso… e questo non fa che aumentare il disagio che culminerà spesso con il “non poterne più”.

    Diciamolo subito: le statistiche dimostrano che chi incomincia una dieta, ha il 90% di possibilità di rendere vani i suoi sforzi (e talvolta denaro!), quindi, in estrema sintesi, possiamo dire che le diete in senso stretto non servono! In particolar modo se l’approccio è quello tipico dell’ “appiattisci pancia o brucia grassi”.

    Parlare di “appiattisci pancia” o “brucia grassi” non ha alcun senso. Nello specifico appiattisci pancia implicherebbe perdita di adipe addominale, che non si raggiunge con chissà quali alchimie, bensì tramite una corretta alimentazione e una giusta quantità di movimento. Stesso discorso vale per il “brucia grassi”. Oggi sappiamo che i grassi possono essere in realtà un grande alleato per la nostra salute e per perdere peso.

    Cosa puoi fare, allora, se hai deciso di rimetterti in forma, di guadagnare in salute e di perdere il peso in eccesso,? Prima di tutto dimentica frasi come “brucia grassi o appiattisci pancia”!

    Ti è mai capitato, almeno una volta nella vita di sentirti davvero bene e di avere la sensazione di essere in armonia con il tuo corpo e con mondo esterno? Il benessere della mente e del corpo è quello stato di grazia in cui tutti vorremmo trovarci. Il primo passo per raggiungerlo è innanzitutto incominciare a pensare al benessere non come una meta da perseguire a ogni costo, ma come una condizione assolutamente naturale che è “l’effetto collaterale” di un adeguato stile di vita. L’idea è: mangio in modo sano ed equilibrato, questo mi fa sentire bene e quindi mangiare bene diventa per me una sana consuetudine, con la consapevolezza che sto facendo un atto d’amore verso il mio corpo.

    Imparare un metodo alimentare è importantissimo, perché rappresenta l’insieme delle regole che permettono di fare i passi giusti. Ad esempio chi vuole imparare a sciare dovrà piegare le ginocchia, puntare il bastoncino per girare, mantenere il peso a valle e così via. Ed è ugualmente importante, come dicevamo prima, che tu riesca ad applicare le regole  che impari in modo assolutamente naturale, in  modo da non perderti per strada. Così facendo, i nuovi comportamenti alimentari diventeranno una salutare abitudine, e un’abitudine diventerà infine uno stile di vita.

    E’ naturale poi che sul cammino tu possa incontrare ostacoli, ed è anche normale sbagliare. Le tentazioni sono tante 😉  Ma la bella notizia è che anche se sbaglierai non sarà un problema! Anzi, anche in questo caso è proprio dagli errori che è possibile apprendere. Basta che terrai un atteggiamento del tipo: “Ok, ho sbagliato, mi sono lasciato/a tentare. Vorrà dire che ora starò particolarmente attento/a e sarò ancora più determinato/a.”

    Ed è proprio la determinazione che spesso fa la differenza tra un percorso di successo (perdere peso in modo corretto) e uno fallimentare (appiattisci pancia e brucia grassi). Quante volte ti è capitato di “partire a razzo”, a testa bassa in un qualcosa che ti “prendeva” tantissimo e  di averlo portato a termine nel migliore dei modi…soltanto grazie alla passione e alla convinzione che ci hai messo? Persone fortemente motivate raggiungono traguardi impensabili a priori! Tutto sta a pensare e definire nel modo corretto il proprio traguardo e a trovare il carburante giusto che non è altro che il propellente emotivo per ottenere quello che si vuole.

    Ah, ancora un consiglio: lascia perdere i vari appiattisci pancia e brucia grassi! 😉

    Se ti è piaciuto questo articolo e se vuoi approfondire questi concetti, vai alla sezione “Risorse gratuite” e scarica l’Ebook. Troverai alcune pagine che ti guideranno nel definire nel modo migliore un traguardo. Troverai anche suggerimenti pratici sul come tenere sempre alto l’entusiasmo avendo cura della tua persona per rimetterti o metterti in forma nell’ottica della Biologia Positiva. Ma soprattutto troverai maggiori in formazioni sul nuovo messaggio nutrizionale di Gigliola: Affluence.