Categoria: Corsi

  • Pericolo dolce!

    Un recente studio italiano pubblicato sulla rivista scientifica Journal of Hepatology denuncia l’estrema pericolosità dello zucchero, in particolare del fruttosio, per il fegato dei bambini e dei ragazzi. Seppur condotto su individui con fegato già compromesso dalla steatosi (fegato grasso), il risultato di questa ricerca pediatrica non può sfuggire all’attenzione dei soggetti sani che possono sempre ammalarsi: l’abuso sistematico di fruttosio aggiunto a cibi e bevande risulta simile agli effetti nocivi dall’alcol. Ogni grammo in eccesso rispetto ai 25 g che corrispondono la fabbisogno giornaliero infantile, aumenta di una volta e mezza il rischio di sviluppare patologie epatiche gravi.

    Il fruttosio di cui si parla non è quello naturalmente presente nei cibi (frutta, verdura, miele, ecc.) ma quello aggiunto nella preparazione di bevande, marmellate, succhi di frutta, merendine, caramelle, yogurt, cereali da colazione, ketchup, ecc. Nonostante l’apparenza, si tratta di due tipi di fruttosio diversi. Attenzione quindi ai prodotti apparentemente innocui che rientrano nelle abitudini alimentari quotidiane dei nostri ragazzi perché è molto facile oltrepassare la dose consigliata.

  • Ma devo proprio mangiarla??

    I bambini non amano le verdure? Un recente esperimento conferma che l’uso quotidiano può davvero migliorarne il gradimento. Se l’hanno verificato i ricercatori con il cavolfiore, un ortaggio non certo semplice da far accettare, c’è buona speranza per altre verdure. Coraggio genitori, non tutto è perduto… A meno che il proprio figlio non faccia parte di uno sparuto numero di persone con le papille gustative particolari. In ogni caso, tentar con convinzione e perseveranza non nuoce!

  • A-come Abitudine

    Ti sei mai chiesto/a quante abitudini hai? Non provare a contarle…la risposta è “tantissime!”, e questo vale non soltanto per te ma per qualsiasi persona. Le abitudini di per se non sono ne’ buone ne’ cattive, ma possono diventare utili o dannose. Pensa al momento nel quale ti metti al volante della tua auto. Magari stai pensando ai fatti tuoi…e come per magia dopo qualche minuto ti ritrovi a destinazione, senza praticamente esseretene accorto/a. Come è possibile? Perchè sei “abituato/a” a guidare e hai inserito una specie di “pilota automatico” che ti ha fatto risparmiare un sacco di energie. Pensa se ogni volta che sali in macchina fossi costretto/a a riflettere e ragionare su ogni singola operazione di guida! Ecco, questo è l’esempio di un’abitudine buona, che ci semplifica la vita. Anche lavarsi i denti automaticamente dopo ogni pasto è una buona abitudine.

    Ora pensa però a quante abitudini hai che non sono proprio così buone…magari proprio nel campo alimentare e pensa da quanto vanno avanti, quanto tempo hanno avuto per sedimentare e diventare per così dire “croniche“.

    Come fare allora per eliminare una cattiva abitudine e sostituirla con una buona? Il primo passo è innanzitutto quello di riconoscerla. Prenderne coscienza è fondamentale per poterla soppiantare. Un’abitudine di fatto è un “solco neurale” che si è creato nel nostro cervello, proprio come succedeva quando i dischi in vinile venivano incisi. Quello di cui abbiamo bisogno è di riscrivere il solco, incidendone uno più profondo. Alcune persone hanno le risorse per riuscirci da sole, altre hanno bisogno di aiuto e talvolta essere affiancati da un coach può rivelarsi la scelta vincente.

  • Ma cosa credi??

    Credenze, opinioni, convinzioni…tutti noi le abbiamo e giocano un ruolo fondamentale nella nostra vita. Pensiamo ad esempio a quante volte  nella giornata decidiamo di fare o non fare qualcosa: ciò che crediamo essere giusto o sbagliato per noi influenza la nostra scelta in modo determinante. Prendiamo ad esempio una questione attuale e purtroppo drammatica: l’emergenza immigrati in Europa. Pensiamo in questo caso quanto le convinzioni dei cittadini europei possano essere discordanti a riguardo e quanto queste possano impattare sul destino dei profughi.

    Non ci sono credenze giuste o sbagliate in assoluto. Esistono invece credenze che ci “danno benzina”  rispetto a certi traguardi che vorremmo raggiungere e altre, al contrario, che ci frenano.

    Anche per il cibo succede la stessa cosa. Anzi, qui le credenze e le convinzioni sono spesso vissute in modo molto assolutistico. Se ad esempio sono convinto che non riuscirò mai a dimagrire perché:

    • sono di costituzione “grossa”;
    • ho il metabolismo “lento”;
    • è una questione genetica;
    • ma come si fa, con tutte queste tentazioni…
    • in famiglia non mi aiutano
    • sinora tutte le diete fatte non sono servite
    • ecc ecc

    allora molto difficilmente riuscirò nel mio intento, per quanto valida sia la dieta o lo stile alimentare che mi approccio a seguire.

    E’ proprio così: da una parte c’è il mio bel traguardo, che mi stimola e mi motiva; dall’altra parte ci sono tutte le mie credenze e convinzioni che “remano” nella direzione contraria. Chi vincerà il duello? Il bellissimo traguardo desiderato, ma solo immaginato e pregustato , oppure l’avranno vinta una serie di convinzioni che si sono radicate in noi nel corso di una vita? Spesso, purtroppo, la risposta è scontata.

    E allora, non c’è forse via di uscita? Certo che c’è! E’ necessario, innanzitutto, prendere piena coscienza delle proprie credenze che potrebbero in qualche modo frenare, se non stoppare del tutto, il percorso. Un buon lavoro su se stessi, quindi, è un ottimo punto di partenza per intraprendere una dieta o un regime alimentare e seguirlo con successo in modo duraturo.