Ultimamente si assiste a un vero e proprio boom di vendite di alimenti senza #glutine. Ne fanno uso svariate persone e non solo i celiaci, cioè coloro che hanno un’#intolleranza permanente causata da una complessa reazione immunologica che è scatenata dal consumo di glutine presente in molti cereali. In questi soggetti predisposti avviene un’eccessiva risposta immunitaria che colpisce le cellule dell’intestino tenue addette all’assorbimento dei nutrienti, facendo perdere loro tale capacità e privando quindi l’organismo delle risorse alimentari. Servono alcuni accertamenti medici per diagnosticare la celiachia e l’unico provvedimento utile a contrastarla è una dieta adeguata di esclusione in cui vengono evitati gli alimenti contenenti glutine.
Come mai allora molti usano gli alimenti privi glutine senza essere celiaci? Alcuni lo fanno per sentirsi meglio, altri per dimagrire, altri ancora per escludere dalla loro alimentazione un elemento nutrizionale “potenzialmente” dannoso. Non sempre questa decisione è utile, anzi potrebbe rivelarsi addirittura controproducente visto che certi alimenti per celiaci sono sì privi di glutine, ma ricchi di grassi di pessima qualità che intaccano la salute di chi li usa abitualmente.
Un conto quindi è utilizzare alimenti specifici in risposta a un reale bisogno medico (che tra l’altro potrebbe essere soddisfatto anche in altro modo), un altro è mangiare senza glutine perché a qualcuno fa male questo composto: è come escludere le fragole o le noci dall’ alimentazione collettiva perché questi alimenti creano problemi ad alcuni. Utilizzare prodotti senza glutine non è neppure necessario per rientrare nel peso forma perché, per raggiungere questo obiettivo, anziché utilizzare alimenti speciali, basta adottare uno stile alimentare adatto alle proprie necessità metaboliche.
Eppure qualcuno sta davvero meglio senza glutine anche se non è celiaco. In questi casi potrebbe trattarsi di una maggiore sensibilità a questo composto per un’aumentata permeabilità intestinale. In pratica in questi soggetti ci sarebbe una compromissione dell’impermeabilità di barriera causata da un’infiammazione cellulare che permetterebbe il passaggio di grosse molecole come il glutine che solitamente non dovrebbero passare. Questi individui diventano più sensibili a un’ampia varietà di insulti immunologici da parte di qualunque sostanza entri nel circolo sanguigno che in questi casi non è protetto dalla barriera di un intestino sano. Il problema quindi non è il glutine, ma l’infiammazione. Pertanto escludere questo composto dalla propria alimentazione non risolve la questione che invece va affrontata migliorando il grado infiammatorio cellulare attraverso un’alimentazione adeguata come la Zona.
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Gigliola Braga
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